Una sera a casa di Nanni Balestrini

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In una serata di fine luglio del 1969 fui invitato a cena da Nanni Balestrini e sua moglie Letizia Paolozzi nella loro casa di via dei Banchi Vecchi, poco lontano dalla mia residenza, lo studio dei “Fantastici 4”.
A tavola c’erano ospiti Furio Colombo e Umberto Eco che avevo conosciuto un paio d’anni prima.
Argomenti della conversazione erano il recente sbarco sulla luna e il prossimo numero del periodico Quindici.
Poiché avevo appena ricevuto da un amico, Tommasi, noto sindacalista portuale veneziano, un volantino nel quale si comparava le gigantesche risorse impegnate dagli Usa nell’impresa spaziale con la pochezza di quelle a disposizione nel pianeta per la classe lavoratrice, lo resi partecipe alla tavolata. La serata si concluse con la richiesta di una copia del volantino che vidi poco dopo pubblicato sul periodico della Casa Editrice Feltrinelli.
Il mio rapporto con la coppia Balestrini Paolozzi è durato fintanto che ho abitato a Roma. Fra la loro abitazione e la mia c’era una libreria “alternativa” con un nome assurdo “Uscita”, con la scritta messa in evidenza sulla vetrina. Nonostante l’insegna era da noi frequentata perché disponeva di molti testi e nello scantinato c’era una sala riunioni.


Nanni Balestrini, già famoso a quel tempo come scrittore e fondatore del gruppo 63, con noi giovani dello studio era affabile e collaborativo per varie iniziative.
Più tardi ci siamo ritrovati un paio di volte a Macerata a seguito dell’invito di Nanni da parte di Reinhard Sauer. L’ultima, nel maggio del 2004, per la presentazione delle sue poesie visive/collage dal titolo “Mon coeur mis à cru” alla Pinacoteca comunale.